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Mattia Ventura è un giornalista di trentasei anni. Si è appena licenziato e, tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010, gira per Milano, di giorno e di notte, in auto o a piedi, facendo sosta in alcuni bar e osservando le persone che incontra. Vive in una terra di mezzo, una specie di vuoto esistenziale dove sperimenta uno stato di ambivalenza: il disagio indotto dalla precarietà economica e dall'incertezza sul futuro coesiste con un'insolita sensazione di libertà favorita dall'assenza di obblighi e scadenze da rispettare. Anche i rapporti che si trova a intercettare sono caratterizzati da una sorta di duplicità, in cui il confine tra banalità e dramma è molto più sottile di quello che si potrebbe pensare. A fargli da amico e da confidente in questo percorso quasi solitario c'è Leonardo, un uomo ormai anziano ma straordinariamente generoso e vitale, che fa il turno di notte in un'autorimessa di Città Studi e che lo aiuterà ad affrontare un piccolo ma inquietante mistero.